Visitare Ravenna

Arte, storia e cultura: Ravenna è una città che sa stupire il visitatore e riunisce in sé millenni di vicende racchiusi tra le sue strade. Capitale dell’impero Romano d’Occidente (che qui capitolò), poi dei Goti guidate dal re Teodorico (dal 493 al 526) e infine dei territori bizantini in Italia che la riconquistarono dopo la guerra Greco-Gotica, Ravenna ha tra le sue peculiarità anche l’essere stata l’ultima tappa del cammino di Dante dopo l’esilio da Firenze, il Sommo Poeta qui morì nel 1321 e la sua tomba, progettata dall’architetto Camillo Morigia, si trova nel cuore della città.

Da non perdere anche i tanti musei della città: il Mar (Museo d’arte città di Ravenna) con annessa la pinacoteca, sede di esposizioni permanenti e di splendide mostre di arte contemporanea. C’è poi il nuovo Museo di Classe, da poco inaugurato, che racchiude la storia della Ravenna imperiale e il Museo Nazionale, che racconta le epoche che hanno segnato la città. Un altro punto di interesse è la Rocca Brancaleone, fatta erigere durante il periodo della dominazione veneziana, durata meno di 70 anni (1441 – 1509) ma di cui si trovano i segni nelle vie del centro e nella splendida piazza del Popolo. Per un viaggio nella contemporaneità, vale la pena fare una passeggiata nella Darsena di città, nel XX secolo cuore pulsante del porto di Ravenna e ora quartiere riqualificato con numerosi locali frequentati dai giovani, costruiti in mezzo alle testimonianze dell’archeologia industriale.

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Ma le tappe assolutamente da non perdere sono gli otto monumenti Unesco di Ravenna: mausolei, chiese e basiliche costruite in spogli mattoni all’esterno ma che racchiudono al loro interno i grandi mosaici bizantini. La volta stellata del mausoleo di Galla Placidia, l’abside di Sant’Apollinare in Classe, lo sguardo di Giustiniano e la sua corte e il viso di Teodora col suo seguito a San Vitale sono icone mondiali dell’arte. Raccontano molto della storia paleocristiana anche i due battisteri. Il re goto Teodoricotentò di far convivere pacificamente il culto cattolico e quello ariano e fece costruire una cappella dedicata ai seguaci di quest’ultimo. Accanto, fu eretto il battistero degli Ariani. Vicino al Duomo di Ravenna c’è la risposta cattolica: il battistero Neoniano, voluto dal vescovo Neone, che si trova accanto alla splendida Cappella Arcivescovile. Tutti questi monumenti sono ricoperti da mosaici che rappresentano il battesimo di Gesù, gli apostoli e scene bibliche di grande potenza e rappresentano il meglio di un periodo molto particolare della storia dell’umanità: quella tra la caduta dell’Impero Romano e il pieno Medioevo.

A Sant’Apollinare, patrono di Ravenna (si festeggia il 23 luglio) sono dedicate due basiliche. La più nota è Sant’Apollinare in Classe, che si trova qualche chilometro fuori Ravenna, costruita sul luogo del martirio del santo. Finanziata da Giuliano Argentario, banchiere, per volere del vescovo Ursicino fu consacrata il 9 maggio 549. Si tratta di uno dei trenta monumenti statali più visitati in Italia e anche in questi splendidi mosaici riecheggia la lotta all’arianesimo: le opere sono volte a ribadire la natura divina di Cristo, negata dagli ariani. Come chiesa ariana nacque invece Sant’Apollinare Nuovo (fino al IX secolo consacrata a San Martino di Tours), anche questa fatta erigere da Teodorico nel 505 i cui mosaici sono disposti soprattutto sui due lati della navata. Totalmente diverso dagli altri sette monumenti Unesco è il Mausoleo di Teodorico: costruito in blocchi di pietra d’Aurisina, a pianta decagonale, e coperto da un unico sorprendente monolite a forma di calotta dal peso di 230 tonnellate.

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